Per apprendere ed utilizzare tale tecnica ci vogliono almeno otto settimane di esercizio continuativo e quotidiano ed è necessario, inoltre, mantenere viva la pratica nel corso del tempo una volta terminato il training di base.
Questa costanza darà la possibilità, a chiunque lo impari, di poterlo gestire in maniera autonoma praticamente in qualsiasi situazione e luogo.
Quali sono i benefici del training autogeno?
I benefici del training autogeno sono (Schultz, 1986; Peresson, 1985):
– Rilassamento e autoinduzione di uno stato di calma;
– Autoregolazione di funzioni corporee involontarie;
– Recupero energie fisiche e psichiche;
– Potenziamento delle prestazioni psicofisiche;
– Miglioramento delle capacità mnestiche;
– Autodeterminazione;
– Introspezione e autocontrollo.
Chi ha messo a punto tale metodo?
Questo metodo è stato introdotto per la prima volta negli anni trenta da Johannes Heinrich Schultz, psichiatra tedesco, a partire dallo studio sistematico delle applicazioni dell’ipnosi e dell’autoipnosi in ambito clinico (Schultz, 1986).
Il Modello Schultziano che troviamo alla base del Training Autogeno parte dall’ascolto delle sensazioni fisiche. Ci si allena all’ascolto e all’accettazione profonda di tutto ciò che accade in sé quando s’impara a lasciare che accada.
– Patrizia Mariani, psicologa psicoterapeuta